La Prenestina è un quartiere storico della periferia est della Capitale e si estende tra la via Casilina e la via Prenestina, le due grandi strade consolari romane.
Prende dunque il nome da quest’ultima, una grande strada alberata a tre corsie che lo attraversa : la via inizia dalla Porta Sessoriana e arriva a Palestrina (quella che era l’antica Praeneste) che si trova a circa 20 Km di distanza. Nonostante il quartiere Prenestino non sia particolarmente meta di turisti rispetto ad altre zone della Città Eterna molto più inflazionate, visitandolo è possibile osservare diversi resti e ruderi monumentali che rimandano ai fasti dell’Antica Roma.
In età repubblicana questa zona era rurale, non a caso abitata da contadini e caratterizzata dagli “horti romani”, mentre in seguito, in età imperiale, intorno al II sec a.C. per l’esattezza, si registrò grazie ad una accurata opera di bonifica un notevole incremento demografico, con la costruzione di nuovi acquedotti, e soprattutto di ville e residenze destinate a luoghi di vacanze per il riposo dei senatori e delle famiglie nobili.
La bella villa dei Gordiani risalente al III secolo d.C. è il parco archeologico simbolo di questa zona , che certamente meriterebbe una maggiore attenzione e valorizzazione, pure se oggi è una periferia più moderna e in crescita rispetto a difficili anni bui neanche troppo lontani.
La zona di Porta Maggiore si segnala per la ricchezza di reperti archeologici venuti alla luce tra XIX e XX secolo dopo una lunga serie di lavori di restauro.
La famosa località sita nell’Esquilino che veniva chiamata ad Spem Veterem, cioè “alla Speranza Vecchia”, per il tempio dedicato a questa divinità nel 477 a.C., era il punto dove convergevano otto degli undici acquedotti che alimentavano Roma: questa località corrisponde oggi approssimativamente all’attuale Porta Maggiore. Questa porta, in origine, era la monumentalizzazione dell’Acquedotto Claudio, nel punto dove questo scavalcava la Via Labicana e la Via Praenestina.
La zona si segnala per essere un sito archeologico di inestimabile valore, con tanti monumenti funebri, reperti preziosi e persino una basilica sotterranea, che vanta sorprendenti decorazioni ancora oggi quasi intatte, e la cui la funzione è ancora avvolta nel mistero. Porta Maggiore, che deve probabilmente il suo nome al fatto che da qui si passava per recarsi a Santa Maria Maggiore, è un grande arco a due fornici, la cui imponenza convinse l’imperatore Aureliano a includere la porta tra le Mura Aureliane nel 272 d.C.