Villa Borghese a Roma, non distante da Porta Pia, nasce nel XVII secolo per volontà del cardinale Scipione Caffarelli Borghese, nipote di Paolo V, sull’area che spazia dal Flaminio al quartiere Parioli e dove anticamente trovavano spazio gli horti di Lucullo.
I disegni iniziali delle strutture si devono a Flaminio Ponzio e Giovanni Vasanzio, che intorno ad un edificio di stile cinquecentesco, organizzarono i giardini in una pars urbana ed una pars rustica con mura e porte perimetrali.
Benché durante una serie di ampliamenti voluti nel ‘700 da Marcantonio Borghese e pianificati dagli architetti Antonio e Mario Asprucci, Villa Borghese abbia anche abbracciato i canoni stilistici del giardino all’inglese, sono rimaste tracce della sistemazione preesistente e numerosi angoli caratteristici:
i giardini all’italiana vicino al Casino Borghese, al Casino della Meridiana e intorno all’Uccelliera
il giardino del lago con sull’isola artificiale il tempietto neoclassico dedicato ad Esculapio ed alcune specie botaniche esotiche
la copia settecentesca dell’Arco di Settimio Severo
il centro equestre di Piazza di Siena
i giardini segreti
la valle dei platani, con gli alberi piantati dal cardinale Borghese nel ‘600.
Il complesso attuale raggiunse la definitiva estensione nell’800 con le acquisizioni di Villa Giustiniani in direzione di Porta del Popolo e le Ville Pamphili e Manfroni verso Porta Pinciana. Il comune di Roma aprì Villa Borghese al pubblico il 12 luglio 1903, offrendo alla cittadinanza oltre agli 80 ettari di parco decorati da 35 fontane e più di 15 edifici minori, numerose sculture provenienti dalla collezione del cardinale Scipione Borghese.
Le traversie della città durante gli eventi bellici del secolo scorso non lasciarono intatti i parchi della villa; nel 1938 vennero rimosse tutte le cancellate per utilizzarne il ferro mentre, intorno al 1942 in tutta Villa Borghese furono coltivati orti per la popolazione, lasciando alla storia le straordinarie immagini di una Piazza di Siena occupata dai campi di grano.